Natural memory and artificial memory

Abstract

In the anthropological and social transformation in which we are immersed, human beings now embody
both natural memory and the so-called artificial memory, produced through neural networks, predictive systems, and
algorithmic self-learning in artificial intelligence. It is necessary to understand how such coexistence—while offering
advantages and usefulness, yet inevitably also causing harm and loss—can become collaborative, fostering both thought
and action. This proposal, developed in a transdisciplinary and critical perspective, argues for keeping at the center the
capacity of natural/human memory, of which artificial memory is ultimately a product. By delineating the differences
emerging between the two forms of memory, reflections will be advanced concerning the effects of artificial memory on
the human inner world, highly vulnerable, on its cognitive and emotional mechanisms, increasingly eroded by the
technocratic system to which, beyond the management of knowledge and power, the externalization of memory is now
also being delegated.

Memoria naturale e memoria ufficiale. Nella trasformazione antropologica e sociale in cui siamo immersi,
nell’umano convivono ormai la memoria naturale e la memoria cosiddetta artificiale, prodotta mediante le reti neurali, i
sistemi predittivi e di autoapprendimento degli algoritmi dell’intelligenza artificiale. Si rende necessario comprendere
come tale coesistenza, che presenta vantaggi e utilità, ma inevitabilmente anche danni e perdite, possa essere
collaborativa, agevolando il pensare e il fare. La presente proposta, in chiave transdisciplinare e critica, è di mantenere
centrale la capacità della memoria naturale/umana, di cui quella artificiale è il prodotto. Enucleando le differenze che
emergono tra le due memorie, si avanzeranno riflessioni riguardo agli effetti della memoria artificiale sul mondo interiore
dell’umano, molto vulnerabile, sui suoi meccanismi cognitivi ed emotivi, sempre più erosi dal sistema tecnocratico a cui,
oltre alla gestione del sapere e del potere, viene attualmente delegata anche l’esternalizzazione della memoria.