Introduction to Special Section: Memory, artificial intelligence and reflexive perspectives. Introduzione all’inserto speciale: Memoria, intelligenza artificiale e prospettive riflessive

Massimo*, Edmondo**, Daniele*** Caon*, Grassi**, Silvi***

Abstract


The three essays of this sections, entitled “Memory, artificial intelligence and reflexive perspectives”, are
briefly introduced. The article examines how memory is redefined in the age of Artificial Intelligence (AI), no longer a
stable archive but a fragile interplay of recollection and oblivion. From oral traditions to digital media, every support that
stores the past also shapes it, selecting what survives. With AI, memory shifts from preservation to production, capable
of rewriting narratives and inventing new ones. Three essays address this transformation: Daria Forlenza (“Remembering
the Past: AI, Archives and Black Community Representation”) explores Black British communities, archives and AI,
highlighting both empowerment and risks of bias; Beba Molinari (“What Memory? Artificial Intelligence, Lucid
Hallucinations and Other Errors”) reflects on algorithmic hallucinations as mirrors and amplifiers of mnemonic processes,
warning of false yet plausible cultural narratives; Antonella Tennenini (“Natural Memory and Artificial Memory”)
contrasts human and machine memory, stressing dangers of cognitive offloading and the need to safeguard human
faculties. Together, they show that memory under AI is not a mere technical extension but a site of political,
epistemological and anthropological negotiation, requiring vigilance and critical integration.

 

Vengono introdotti i tre articoli contenuti in questa sezione, dal titolo “Memoria, intelligenza artificiale e
prospettive riflessive”. L’articolo esplora il significato della memoria nell’epoca dell’intelligenza artificiale (Artificial
Intelligence [AI]), sottolineando come essa non sia mai un archivio lineare, ma un tessuto fragile di ricordo e oblio,
continuamente ridefinito. Dalla tradizione orale agli archivi digitali, i supporti che conservano il passato non sono neutri:
selezionano e modellano ciò che resta. Con l’AI, la memoria si trasforma da luogo di custodia a dispositivo produttivo,
capace di generare e riscrivere narrazioni. I tre saggi qui pubblicati affrontano il tema da prospettive diverse: Daria
Forlenza (“Ricordare il passato: intelligenza artificiale, archivi e rappresentazione della comunità nera”) analizza il
rapporto tra comunità nere britanniche, archivi e AI, mostrando come essa possa ampliare memorie marginalizzate ma
anche riprodurre diseguaglianze; Beba Molinari (“Quale memoria? Intelligenza artificiale, allucinazioni lucide e altri
errori”) riflette sulle allucinazioni algoritmiche come specchio ed estensione delle dinamiche mnestiche; Tennenini
(“Memoria naturale e memoria ufficiale”) mette a confronto memoria naturale e artificiale, avvertendo sul rischio di
delega cognitiva e sulla necessità di equilibrio. Ne emerge una visione critica che vede l’AI come attore politico,
epistemologico e antropologico nella costruzione del ricordo.


Keywords


Artificial Intelligence (AI); Memory; Black Community Representation; Lucid Hallucinations; Natural Memory; Artificial Memory. IA; Memoria; Rappresentazione della comunità nera; Allucinazioni lucide; Memoria naturale; Memoria ufficiale.

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DOI: http://dx.doi.org/10.12869/TM2025-2-04

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ISSN 2282-0043 - Registered at the Court of Rome on Nov. 8, 2012, no. 305/2012

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